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Corsisti, professionisti e aziende appaiono sempre più stufi della solita e tradizionale formazione in aula: è costosa, a tratti noiosa, per nulla partecipativa, troppo teorica e poco pratica. E allora perché, nonostante le numerose lamentele, la formazione d’aula continua a essere la formula più usata?

Probabilmente per abitudine o perché scegliere qualcosa di conosciuto e familiare ci rassicura rispetto al nuovo.

Non tutte le aziende però la pensano allo stesso modo. Negli ultimi anni, infatti, molte di loro hanno scelto soluzioni più innovative, come l’e-learning, nel tentativo di abbattere i costi che riguardano spostamenti, sostituzioni e spese gestionali connesse all’organizzazione di corsi in aula, che ammontano a circa l’85%.

Senza voler entrare nel merito dei vantaggi e dei limiti della formazione in aula rispetto alla formazione a distanza, il punto è che l’unica alternativa possibile sembra essere quella di dover necessariamente scegliere l’una piuttosto che l’altra.

Ma non è così: esiste infatti anche la formazione blended, ossia la combinazione di diverse metodologie formative, sia online che offline. Secondo degli studi condotti dall’Università del Tennessee, la formazione blended consente di ridurre i costi del 50% e di incrementare l’efficienza, con un miglioramento che va dal 10 al 50%. La formazione blended è quindi molto più vantaggiosa.

Cosa intendiamo per blended learning?

Letteralmente può essere tradotto con apprendimento “misto” e fa riferimento a un approccio formativo “ibrido” basato sull’integrazione e la combinazione di metodologie diverse.

Può prevedere modalità più tradizionali, come la classica lezione in aula, e metodologie più innovative che sfruttano le potenzialità offerte dalle tecnologie: e-learning, webinar, web conference, ecc.

I due approcci, online o offline, non vanno considerati come opposti; piuttosto, l’integrazione di metodologie diverse consente di bypassare i limiti connessi alla formazione in aula o in e-learning potenziandone gli effetti sull’apprendimento. Il blended learning consente infatti di raggiungere risultati qualitativamente superiori rispetto a quelli conseguibili con uno dei due approcci, a patto che si scelga però la miscela giusta.

Come in ogni cocktail che si rispetti, è la scelta dei vari ingredienti e il corretto dosaggio a determinarne il risultato.

Come progettare un programma di formazione blended?

Non esiste una ricetta valida sempre e comunque. L’efficacia della metodologia blended, così come avviene con i cocktail, dipende dalla selezione delle risorse, dal dosaggio e dalla cura nel combinarli insieme. Ma non solo. Bisogna sempre partire dall’analisi del contesto di riferimento e dalle reali esigenze dei destinatari per determinare gli obiettivi  formativi.

Solo dopo aver stabilito a quali traguardi tendere possiamo decidere quali sono le metodologie e gli strumenti più adeguati e come integrarli tra loro in modo armonico.

Le risorse a nostra disposizione sono davvero tante: lezioni in aula o in webinar, esercitazioni individuali o in gruppo, simulazioni in presenza o virtuali, come nel caso dei business game, formazione esperienziale anche in modalità outdoor, web conference, flipped classroom, tutoring e coaching, forum, strumenti social e infinite altre possibilità.

Quali sono i vantaggi della formazione blended?

  • Dimezza i costi. La formazione blended è conveniente, consente di abbattere i costi connessi alle spese di viaggio e alloggio, al noleggio di aule e attrezzature, ai compensi dei docenti.
  • Accresce l’efficienza. I contenuti possono essere studiati individualmente quando e dove si ritiene più opportuno, così da sfruttare al meglio il tempo trascorso in aula: per chiarire dubbi, mettere in pratica quanto appreso, confrontarsi con gli altri, testare il livello di comprensione.
  • È coinvolgente e personalizzabile. L’utilizzo di metodologie diverse limita la possibilità di annoiarsi e consente di implementare percorsi personalizzati; inoltre, il corsista è il vero protagonista della formazione. Infatti può apprendere in modo autonomo in base al proprio ritmo, sviluppare un pensiero critico, applicare nelle attività quotidiane i concetti appresi, confrontarsi e richiedere feedback, consigli e indicazioni a colleghi ed esperti, sia in presenza che online, a esempio trasformando i social network in aule virtuali. Ciò accresce i livelli di motivazione e coinvolgimento e incrementa l’assorbimento e la retention delle conoscenze apprese. Si ricorda di più e più a lungo.

Quali sono i limiti della formazione blended?

  • Competenze informatiche dei corsisti. I corsisti devono avere delle competenze informatiche di base per accedere ai contenuti a distanza. Devono avere accesso e sapere usare computer e tablet.
  • Competenze informatiche dei docenti. Anche i docenti devono avere competenze informatiche per gestire la piattaforma e devono saper registrare lezioni su video.
  • Infrastruttura. Per erogare i contenuti a distanza è necessaria una piattaforma. Un’azienda medio-piccola non ha l’interesse né la convenienza di sviluppare una propria piattaforma di elearning, quindi deve appoggiarsi a una già esistente, con le relative conseguenze in termini di personalizzazione e dipendenza.
  • Contenuti a catalogo o su misura. Spesso è più facile utilizzare lezioni o contenuti che le agenzie di formazione hanno a catalogo, anziché crearne di nuovi e su misura dei destinatari. E non è nemmeno detto che i contenuti a catalogo vadano bene per tutti i corsisti e per tutte le aziende.
  • Tendenza a procrastinare. Se i corsisti non sono sufficientemente motivati e  “ingaggiati”, possono avere la tendenza a rimandare il momento da dedicare allo studio dei contenuti online, sempre accessibili.
  • Integrazione o dispersione. Mettere insieme contenuti online e offline funziona se tutto il programma è ben integrato e i corsisti sono seguiti, accompagnati e guidati verso il traguardo. Altrimenti, il rischio è che si perdano di vista gli obiettivi e di conseguenza l’utilità del progetto formativo.

La formazione blended è sempre la scelta migliore?

Dipende.  Il blended learning non rappresenta la soluzione per tutti i mali e non va scelta semplicemente per moda o perchè è la novità del momento. Come tutte le metodologie e gli interventi, bisogna valutare attentamente i pro e contro della formazione blended in funzione delle caratteristiche della propria azienda e ai motivi per cui si è scelto di fare formazione.

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