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Domanda secca: come essere un formatore efficace?

La risposta a questa domanda vale tanti soldi quanti sono gli argomenti che riuscirete ad aggiungere al vostro bagaglio di conoscenze.

E come si padroneggia lo stress del parlare davanti ad una platea?

Beh, partiamo dall’inizio, poi strada facendo vi svelerò qualche trucco che vi aiuterà a gestire meglio le vostre emozioni.

Ricordo la mia prima giornata di formazione: da quel giorno sarei stato considerato “un formatore”, mi sentivo a mio agio in quel ruolo, mi piaceva, ma non avevo ancora capito quali e quante fossero le nozioni che avrei dovuto  conoscere e padroneggiare.

Mi avevano fornito dei contenuti da trasmettere,  ma nessuno mi aveva spiegato come e quando dire le cose, ovvero, qualcosa mi era stato accennato, ma erano più delle rassicurazioni che delle vere e proprie “tecniche” o metodologie di approccio verso le persone che mi avrebbero ascoltato. Insomma, mi dovevo inventare qualcosa!

Alla fine di cosa avevo bisogno per parlare a quella platea?

Dovevo “solo” raccontare gli argomenti che avevo riportato nelle mie splendide slide e le persone dall’altra parte mi avrebbero ascoltato come se fossi un messo reale che sta annunciando la diminuzione, macché dico, l’abolizione totale delle tasse del reame.

La classica delle paure, ovvero quella di parlare in pubblico, non la sentivo particolarmente, ero un caso anomalo, ma stavo per avere un vero e proprio attacco di panico e non ne avevo la benché minima avvisaglia!

La mia anomalia era dettata dalla fiducia nelle mie capacità di sapere sgusciare fuori dalle situazioni difficili con una serie di battute di spirito (dopo ho tragicamente scoperto essere divertenti solo per me) e dal numero esiguo di persone che mi avrebbero ascoltato. Quella famosa formazione salto per una bella nevicata, ma il mio debutto fu posticipato solo di qualche giorno.

Le formazioni che tenevo sono diventate sempre di più, e con il tempo ho imparato che ci sono solo due regole per parlare in pubblico:  la prima è farlo, la seconda è sbagliare.

Dai propri errori si impara, come racconta il detto, certamente sarebbe molto bello imparare solo dagli errori degli altri, però non è sempre possibile.

Parlare in pubblico è un’ arte che si apprende dopo un buon esercizio monitorato da un oratore esperto, ma essere un formatore non è la stessa cosa.

Come si fa ad essere un buon formatore?

Per esserlo non basta solo l’esercizio, ma bisognerà intraprendere un vero e proprio percorso formativo. L’amore per la formazione non è qualcosa che possiamo comprare al mercato ma è una vera e propria  passione per quello che si sta raccontando.

Un formatore deve:

  • padroneggiare una serie di strumenti evoluti come proiettori e programmi per creare presentazioni
  • deve saper cercare su internet immagini che non siano protette da copyright
  • deve essere un ottimo osservatore e in tante occasioni un discreto psicologo
  • deve saper utilizzare i propri sensi al 100%, deve essere preciso e puntuale, molto puntuale.

Cosa deve avere un formatore efficace in più delle altre persone che parlano in pubblico?

Oltre a quello che abbiamo appena visto, deve avere delle caratteristiche avanzate, perché non è solo una persona che parla in pubblico, ma una persona che con le proprie parole deve formare, deve far comprendere concetti, la sua organizzazione mentale deve essere coerente.

Qui su enzima ti racconteremo il mondo della formazione e della consulenza formativa a 360°.

Ti racconteremo di episodi imbarazzanti,  ti insegneremo a diventare un buon formatore attraverso tecniche  cucite su di te e sulle tue esigenze.

Capirai che non si possono semplicemente leggere delle slide, c’è bisogno di passione e di tanta tanta… FORMAZIONE!

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