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Di recente ho partecipato a un corso in cui il relatore continuava a sbagliare il mio nome chiamandomi “Stefania” anzichè “Tiziana”. Dopo diversi giorni, esauriti tutti i tentativi possibili per correggerlo, non mi è rimasto altro che farmi una risata e fantasticare sull’importanza dei nomi in formazione.
Perché è importante ricordare i nomi? Quale significato può nascondersi dietro una dimenticanza o un errore apparentemente innocuo?
Il nome, anche quando non è unico né originale, rappresenta chi siamo, come ci presentiamo, come veniamo identificati, riconosciuti, ricordati. Ci attiva quando veniamo chiamati in causa, ci investe di potere, consente di distinguerci.
Nel mondo della formazione, di frequente, non si da molto peso ai nomi. Quando si utilizzano dispositivi per valorizzarli (es. badge, cavalieri), spesso lo si fa più per fare scena che per utilità.

Perché ricordare i nomi dei corsisti è più importante di quello che pensi?

  • Innanzitutto per rispetto e per educazione.
  • Conferisce potere e unicità: non sei uno dei tanti, ma sei esattamente tu: “Tiziana”.
  • Ti senti riconosciuto, apprezzato, ricordato.

In formazione, possiamo usarlo per rispondere alle domande che ci vengono poste o collegare contenuti all’esperienza dei corsisti. Per esempio: “Rispetto al tema segnalato da Luca, potremmo dire che…”; “Come diceva Anna in precedenza…”;  “Per rispondere alla domanda di Giuliano, …”

 

È importante soprattutto perché consente di richiamare l’attenzione, tanto di chi è partecipe che di chi è assorto nei propri pensieri.

Ricordare 25 o più nomi può rivelarsi un’operazione assai difficile. Quali possono essere le possibili soluzioni?

Cavalieri, badge e laccetti da collo personalizzati col nome possono tornare utili, così come la mappa dell’aula con i nomi.

Se proprio non ricordiamo un nome meglio dire: “Non ricordo il tuo nome” piuttosto che dirne uno errato.

Se siamo in tanti, può essere utile introdurre una semplice prassi affinché diventi una buona abitudine, come per esempio far dire il nome prima degli interventi, almeno fino a quando tutti non li avranno memorizzati.

Per aspettarci l’attenzione degli altri dobbiamo essere disposti a concentrarci almeno quel poco che occorre per ricordare un semplice nome.

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