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Quando sentivo dire “la formazione non funziona”, nel mio corpo partiva il processo di ebollizione del sangue. Poi mi sono abbandonato alla realtà e cioè che sono veramente poche le situazioni nelle quali le attività formative arrivano ai propri obiettivi. Cominciamo un’analisi ai personaggi che interagiscono nella formazione e proviamo di scoprire insieme quali sono le cause che portano tanti a chiedersi: “Perché la formazione non funziona?”

I corsisti non sono esigenti

Partecipo spesso a diverse forme di giornate formative e informative e ascoltando i partecipanti si comprende velocemente quale sia uno dei problemi; in pochi conoscono la differenza tra le varie tipologie di evento e troppo spesso escono da grandi eventi credendo di essere il problema, senza rendersi conto che ne sono parte ma non il cuore.

Quello che dice il corsista medio è:

“C’erano i più grandi esperti del settore, torno a casa con tantissime nuove nozioni, è stato un bellissimo corso, ho imparato tanto.”

Ma molte volte questa è solo una giustificazione e il vero pensiero è:

“Devo mettermi a studiare, ho capito poco o niente di quello che hanno detto.”

O anche:

“Questo argomento non fa per me, ho sbagliato tipologia di corso”

I motivi probabili sono semplici:

  • Non ha partecipato ad alcun corso formativo, ma soltanto informativo quando va bene.
  • Non esisteva una strategia formativa per l’evento, ma solo un programma.
  • Non ha partecipato a un corso, master, laboratorio, workshop  ma a qualcosa che chi ha organizzato ha erroneamente o volutamente chiamato corso.

Un altro motivo che non aiuta la diffusione sulla poca efficacia di alcuni corsi, riguarda il corsista che ha investito una somma abbastanza alta e che sarebbe imbarazzato nel dire di non aver compreso e/o portato a casa nulla.

Troppi truffatori e furbetti

In generale possiamo riassumere gli obiettivi di questi personaggi in 2 punti:

  1. Incassare e non formare. Le realtà che hanno questa tipologia di approccio sono differenti, dal singolo personaggio che ha creato la schiera di adepti, all’ente di formazione più o meno accreditato che come unico scopo ha portare a casa margine a scapito della qualità. Il mondo formativo comprende troppi furbetti, che spacciano per formazione ciò che non è; migliaia di guru e santoni che cercano di indottrinare con la rivelazione di metodi, tecniche, segreti, strategie, modalità semplici e velocissime per fare le cose e diventare i migliori in un battito di ciglia.
  2. Darvi lo stretto indispensabile per tenervi connessi a un cordone ombelicale che a voi restituisce un po’ di ossigeno e a loro regala prestigio, denaro e fidelizzazione. Se quello che propongono fosse formazione loro sarebbero formatori, coach, mentor, counselor e non guru o professorini. Il più delle volte il corsista non conosce la differenza tra le varie figure e segue ciecamente chi si autoproclama figura di riferimento detentrice della verità.

Se non verrete formati bene non sarete mai liberi di utilizzare autonomamente degli strumenti, ma ci sarà sempre qualcuno che vi dirà quali strumenti utilizzare e come farlo per ottenere il successo. Attenzione, perché questa attività si chiama addestramento e non formazione. Questa tipologia di insegnamento piace ai più pigri, quelli che vogliono la pappa pronta per ottenere risultati.

Le aziende non sono attente

Il mio ruolo mi fa entrare di continuo all’interno di aziende di tutte le dimensioni ed è bello vedere le tante modalità di approccio alla formazione che hanno i partecipanti e gli organizzatori.

È difficile trovare reale interesse. Questo deriva da una scarsa fiducia e conoscenza delle attività formative. I motivi sono differenti:

  • Scelta dei formatori fatta casualmente o affidandosi a realtà non interessate alla formazione ma unicamente al guadagno.
  • Attività poco efficaci perché basate solo sui budget.
  • Formazione programmata solo in seguito alla scoperta di fondi o finanziamenti. In questo modo si scelgono spesso attività formative generiche e non personalizzate ai reali obiettivi/esigenze aziendali.
  • Formazione fatta internamente ma con personale inadatto a trasferire concetti. Non è da tutti saper trasferire concetti. Alcuni sono preparati e bravissimi nel proprio argomento/settore/attività, ma non è detto che siano capaci e abbiano voglia o intenzione di preparare i colleghi.

I formatori sono scarsamente efficaci

Vediamo quali sono le problematiche che riguardano le figure che dovrebbero formare:

  • Incapacità a mantenere l’attenzione. – L’attenzione dei corsisti è difficile da conquistare e da mantenere e la maggioranza dei formatori hanno enormi problemi nella gestione di questo processo cognitivo. Esistono delle modalità che permettono di sfruttare al massimo questa risorsa e mantenere alta l’attenzione dell’auditorio anche per ore.
  • Fraintendimento del proprio ruolo. – Il formatore è un ruolo ben preciso, non è difficile trovare formatori che fanno i consulenti o i “professori universitari” quando non richiesto o non efficace in una certa situazione.
  • Mancata conoscenza delle modalità formative. – Per rendere interessanti e apprendibili dei concetti occorre conoscere bene le dinamiche di apprendimento. Esistono numerosi studi che spiegano come presentare i concetti e quali modalità utilizzare affinché chi deve apprendere abbia maggiori possibilità di comprendere e poter riutilizzare quanto viene presentato. Ad esempio puoi approfondire il Ciclo di Kolb.
  • Scarsa preparazione sugli argomenti. – Ti hanno chiesto di fare il formatore di un certo argomento, non puoi essere impreparato su quell’argomento, sembra banale come concetto, ma vedo che non lo è per nulla. Gli auditori sono lì per ascoltare te e devi essere pronto a parlare e descrivere al livello adeguato richiesto. Come corsista e azienda, diffida dai formatori che hanno troppi corsi su argomenti totalmente disconnessi tra loro.
  • Presunzione. – “Sono preparatissimo su questo argomento e l’unica modalità corretta è la mia”, “Insegno proprio quest’argomento/Sono da 30 anni in questo settore, pensi che non lo sappia?”. Il formatore che crede di sapere o di essere arrivato non ottiene grande appeal con chi lo sta ascoltando. Lo stesso vale per chi cerca di inculcare concetti, senza tenere in considerazione il punto di vista altrui.
  • Omertà. – Il formatore dovrebbe essere colui che spiega quello che sto raccontando in questo scritto per migliorare il proprio settore, ma ciò non succede. È tanta la paura e la rassegnazione nel far notare quali sono le problematiche. Un formatore che non vuole far capire e risolvere quali sono le problematiche del proprio settore credo non sia un grandissimo esempio.

Dopo la descrizione dei protagonisti della formazione e delle loro problematiche è facile arrivare alla conclusione che la formazione sia inefficace.

La formazione non funziona quando tutti o anche solo uno degli attori che la compongono non ne conoscono appieno il significato. In articoli successivi andremo ad approfondire alcuni punti elencati in precedenza e vedremo come si possono risolvere i problemi della formazione, per fare in modo che funzioni.

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