Per rendere la risposta completa ho deciso di descrivere quali sono i corsisti che si distraggono più facilmente; andiamo subito a vederli.
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Quelli che non hanno scelto il corso
Quando un corso viene imposto (obbligo di legge, obbligo aziendale , ...) è molto probabile che la reazione del corsista sia di opposizione alla formazione. Del resto come biasimarli.
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Chi “si è lasciato coinvolgere”a partecipare
Un amico voleva partecipare a un corso e ha deciso di invitare anche te; hai detto di sì, ma alla fine non è che fossi proprio così interessato.
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Chi ha pregiudizi
Quasi tutti i corsisti arrivano con diversi pregiudizi: sulla formazione o sui formatori, sulla metodologia utilizzata, sull’argomento del corso in sé o su quanto possa essere noioso. Alcuni partecipanti sono reduci da traumi passati, altri pensano di non aver bisogno di quel corso, o di avere un’età o un‘esperienza per cui non ci sia più nulla da imparare. Alcuni credono di sapere già l’argomento di cui stai parlando, ma in realtà non si accorgono che se ne sta parlando da un altro punto di osservazione per dire cose diverse.
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Quelli che hanno priorità più alte da seguire
A volte si arriva in aula ma la testa è da un’altra parte o può facilmente andarci. I motivi principali sono due: dei familiari che hanno bisogno delle nostre attenzioni, oppure dei lavori di responsabilità in corso (o improvvisi) che richiedono un intervento.
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Chi non vede utilità
La mancanza di utilità di un discorso farebbe distrarre anche gli interlocutori più pazienti. Principalmente questo avviene quando: non si riesce a cogliere negli argomenti di chi conduce qualcosa di interessante, se si crede che non ci sia un nesso col proprio settore, si pensa che quanto spiegato non sia applicabile, non si capisce come lo si possa realizzare quanto spiegato.
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Chi valuta troppo complesso o troppo semplice
Trovarsi allineati al livello del corso è molto importante e se ciò non dovesse avvenire sarà probabile che comprometta l’attenzione. Chi non si distrarrebbe a una lezione che riepiloga le tabelline o che spiega il funzionamento dell’universo in maniera tecnica e inaccessibile?
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I partecipanti gratuiti
Non sempre i partecipanti ai corsi hanno pagato la propria formazione e il non pagare qualcosa porta spesso a considerare quella cosa come di scarso valore.
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Quelli che si sentono più bravi del formatore
Non è raro trovare in aula persone che sono bisognose di mostrare o affermare il proprio ego e conoscenza. Queste figure scelgono di mantenere il proprio status, piuttosto che apprendere. Vogliono far vedere che sono molto più colti di chi parla e che il potere è il loro. Questo atteggiamento molte volte lo ritrovo in altri formatori che partecipano come corsisti o in figure dirigenziali. In queste situazioni può anche avvenire che chi ti sta seguendo stia più attento per coglierti in errore che per ascoltare quello che dici. Alcuni sono lì solo per carpire le tue tecniche, per trovarti in fallo o per cercare di “rubarti il mestiere”.
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Persone che non stanno mai in aula o non sanno starci
Le sale di formazione sono troppe volte strutturate come le aule scolastiche. Se nel ricordo dei partecipanti riaffiora la disposizione, l’atteggiamento da “professorino” del formatore e/o le metodologie che hanno creato traumi, allora la volontà sarà quella di non seguire i vari argomenti.
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Chi ha disturbi dell’attenzione
Sono sempre di più le persone che hanno disturbi dell’attenzione, molti addirittura non ne sono consapevoli. Pensa come questa caratteristica possa allontanare le persone da quello che viene raccontato. Del resto, come si può prestare attenzione a concetti nuovi e che richiedono ragionamento se facciamo fatica a concentrarci per più di un minuto? Queste situazioni sono molto difficili e andrebbero riconosciute e indagate a fondo da chi le vive, per arrivare alla comprensione e applicazione di quello che si vive in formazione. La conseguenza al riuscire ad apprendere è provare soddisfazione, riducendo la frustrazione creata da incomprensioni e mancanza di lucidità.
Vuoi approfondire?
Ma esistono davvero questi corsisti difficili o è un alibi che trovano alcuni formatori per non affrontare il loro complesso lavoro?
Diciamo che esiste un buon concorso di colpa che si crea dalla mancata o superficiale indagine preventiva del formatore su chi dovrà fruire del corso e alcuni corsisti che non approfondiscono o eliminano le cause delle proprie distrazioni.
In conclusione possiamo dire che questi corsisti esistono e sono frequenti: cosa può fare il formatore per prevenire o ridurre il problema?
- Una buona fase preventiva di analisi e preparazione al corso
- Una preparazione tecnica alla gestione dei corsisti distratti.